Papa Luciani

 

Albino Luciani (Papa Giovanni Paolo I)

Canale d’Agordo (Canal in veneto-ladino, già Forno di Canale fino al 1964) è un comune italiano di 1.147 abitanti della provincia di Belluno, in Veneto.

La Casparetha a Canale d’Agordo

Canale d’Agordo è famoso in quanto paese natale di Papa Giovanni Paolo I (Albino Luciani chiamato Papa Luciani), oltre che del paesaggista Giuseppe Zais (o Xàiz) e del poeta Valerio Da Pos.

Albino Luciani – Giovanni Paolo I

 (solo 33 giorni di Pontificato)

Albino Luciani nacque il 17 ottobre 1912 a Forno di Canale (dal 1964 Canale d’Agordo), villaggio montano presso Belluno.

Proveniva da una povera famiglia della classe operaia: suo padre andava spesso a lavorare in Svizzera e la sua famiglia era nota come apertamente socialista.

Dopo aver studiato nei seminari locali e aver prestato servizio militare, Albino Luciani fu ordinato sacerdote il 7 luglio 1935.

Compiuti gli studi conseguendo il dottorato nell’università Gregoriana, Albino Luciani fu dapprima curato nella sua parrocchia natale e nell’autunno del 1937 divenne vice-rettore del seminario di Belluno.

Per dieci anni Albino Luciani insegnò le materie più importanti, ricoprendo anche la carica di vicario generale del vescovo di Belluno.

Nel 1949 Albino Luciani fu incaricato delle questioni catechistiche in occasione del congresso eucaristico di Belluno e descrisse le sue esperienze in un libro intitolato Catechetica in briciole.

A quel tempo mantenne un valido rapporto con i comunisti locali.

Nel dicembre del 1958 Giovanni XXIII nominò Albino Luciani vescovo di Vittorio Veneto, dove esercitò un ministero decisamente improntato a uno spirito pastorale adatto all’ambiente rurale.

Rimasto in secondo piano durante il concilio Vaticano 11(1962-1965), Albino Luciani svolse poi una notevole attività nella commissione dottrinale della conferenza episcopale italiana.

1n data 15 dicembre 1969, per espresso desiderio della chiesa locale, Albino Luciani venne nominato patriarca di Venezia.

Durante i nove anni trascorsi in quella città ospitò cinque conferenze ecumeniche, compreso il raduno della Commissione internazionale tra anglicani e cattolici che nel 1976 concordò una dichiarazione riguardante l’autorità; in campo politico Albino Luciani spostandosi con discrezione verso destra dichiarò pubblicamente (nelle elezioni del giugno 1975) che il comunismo era incompatibile con il cristianesimo.

Albino Luciani pubblicò inoltre Illustrissimi, una serie di lettere umoristiche e argute a autori e personaggi della storia o della narrativa (Pinocchio, Figaro etc.) che rivelavano fra l’altro la sua passione per Dickens e per Mister Pickwick; Albino Luciani pare abbia confessato che, se non si fosse fatto prete, avrebbe potuto senz’altro intraprendere la carriera giornalistica.

Dal 1972 al 1975 fu vice-presidente della conferenza episcopale italiana e il 5 marzo 1973 ricevette il cappello cardinalizio. In campo teologico Albino Luciani può essere considerato un conservatore, avendo preso energicamente le difese dell’Humanae vitae – ma anche della libertà di coscienza -.

In campo disciplinare Albino Luciani era un riformista: trovava infatti inutile la pompa ecclesiastica; incoraggiò i parroci a vendere i vasi sacri e altri oggetti preziosi della chiesa a beneficio dei poveri.

Nel 1971 poi propose che le chiese ricche dell’Occidente dessero l’uno per cento delle loro rendite alle chiese povere del terzo mondo.

Pur essendo praticamente sconosciuto all’estero, Albino Luciani fu eletto nel terzo scrutinio del primo giorno del conclave riunitosi nell’agosto del 1978, dopo la morte di Paolo VI.

La sua candidatura si impose quando divenne evidente che la maggioranza dei cardinali voleva un papa dallo stile completamente nuovo, senza relazioni con l’ambiente curiale; dopo l’elezione lo stato d’animo che prevalse fra gli elettori fu una gioia incontenibile; l’uomo che avevano scelto era “il candidato di Dio”.

Si disse che l’avere scelto il nome di Giovanni Paolo esprimeva il desiderio di combinare le qualità progressiste e quelle tradizionali di Giovanni XXIII e di Paolo VI; il 27 agosto Albino Luciani annunciò ai cardinali – leggendo un testo ufficiale precedentemente preparato la sua intenzione di continuare a mettere in atto le deliberazioni del concilio Vaticano II, conservando intatta allo stesso tempo “la grande disciplina della chiesa nella vita dei sacerdoti e dei fedeli”.

Un atto genuinamente spontaneo fu quello di tenere una conferenza stampa durante la quale affascinò i mille giornalisti presenti.

Tre settimane più tardi, intorno alle undici di sera di giovedì 28 settembre, morì per un attacco cardiaco mentre era a letto intento a leggere delle carte contenenti appunti personali. La luce era ancora accesa quando fu trovato morto il giorno dopo, intorno alle cinque e mezza del mattino.

Albino Luciani fu il primo papa di cui si può dimostrare che ebbe origine dalla classe operaia: un uomo dotato di buon senso pratico che attirava la gente con il suo sorriso cordiale; è impossibile indovinare che tipo di politica avrebbe seguito se fosse vissuto.

Testo tratto dal “GRANDE DIZIONARIO ILLUSTRATO DEI PAPI”, Oxford University Press, John N. D. Kelly, ed.

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